Con 7.000 ettari vitati, Soave rappresenta il più grande distretto produttivo italiano di vino bianco. Le DOP Soave e Soave Superiore sono un’eccellenza italiana che nasce da suoli vulcanici, danno lavoro a 3.000 famiglie di vitivinicoltori e sono esportate in 68 Paesi.
Geografia e suoli
Il distretto vitivinicolo di Soave si estende su oltre 12.000 ettari, di cui 7.000 vitati, in provincia di Verona. Ci troviamo in un’area collinare a nord dell’autostrada E70 – Serenissima, tra il 18° e il 25° km tra Verona e Vicenza, che si arrampica verso le colline settentrionali della Lessinia: una zona climaticamente mite, caratterizzata da inverni non troppo rigidi e periodi estivi temperati.
Le colline del Soave sono costituite da terreni vulcanici e sedimenti calcarei (di cui tratteremo in un post di approfondimento) dai tratti paesaggisticamente inconfondibili: alte colline che si innalzano a picco su valli pianeggianti, contraddistinte dai tipici terrazzamenti. Un elemento di unicità che ha portato il Soave a fondare e guidare un movimento internazionale di territori e prodotti enologici accomunati da questo tratto identitario, i Volcanic Wines.
Vitigni
Vitigno principe del Soave è la garganega, uva autoctona dalla buccia spessa, dotata di un grande patrimonio naturale di profumi (tra cui spiccano la mandorla e i fiori bianchi) e uno sviluppo vegetativo molto lungo, tanto da giungere a maturazione in ottobre. Dalla garganega si ottengono le principali DOP della zona, i vini bianchi Soave e Soave Superiore. Altri vitigni coltivati nell’area sono il trebbiano di Soave, lo chardonnay e il pinot grigio.
Dal “Vino Tipico” alle UGA
Il vigneto Soave rappresenta oltre il 3% del sistema produttivo a denominazione in Italia. Sono oltre 3.000 le famiglie di viticoltori che lo coltivano in condizioni di pendenza e fatica “eroica”, per un totale complessivo che supera i 48 milioni di bottiglie, esportate in 68 paesi al mondo.
L’importanza del Soave fu riconosciuta fin dal 1931, anno in cui ottenne la menzione di “Vino Tipico” italiano: fu il primo a riceverla e uno fra i primi a delimitare con precisione i propri confini produttivi. Nel 1988 il Soave divenne la prima Doc del Veneto e, nel 2018, il suo paesaggio diventa il primo sistema vitivinicolo ad essere riconosciuto dalla Fao «di rilevanza mondiale».
Ma l’apice della valorizzazione giunge l’anno seguente. Nel 2019, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali approva l’adozione delle UGA, dividendo ufficialmente l’area del Soave in 33 cru, ovvero Unità Geografiche Aggiuntive che identificano e valorizzano i più prestigiosi e storici vigneti della denominazione. Le UGA, arrivate dopo un lungo e dettagliato lavoro di zonazione iniziato nei primi anni 2000 dal Consorzio di Tutela, sono l’ultimo tassello di una centenaria opera di valorizzazione territoriale che fa del Soave una dei vigneti italiani più importanti per il legame che ha saputo instaurare tra uomo e natura, paesaggio e produzione enologica: con il Soave, solo il Barolo, il Barbaresco e più recentemente il Roero hanno portato a termine una così vasta e ambiziosa zonazione del proprio territorio vinicolo.
Le DOP Soave e Soave Superiore
Il vino Soave DOP possono essere prodotti sia come vini fermi che frizzanti. Sono prodotti con un minimo di 70% di Garganega e il 30% di Trebbiano di Soave o Chardonnay. Entro il 30% è consentito un massimo del 5% di altre uve bianche tradizionalmente coltivate nella zona. Il Soave è un vino bianco di colore giallo paglierino tenue, tendente al verdognolo. Al naso si presenta delicato e intenso, fine, mentre in bocca fa percepire tutta la sua natura “vulcanica”: mineralità spiccata, persistenza e sapidità sono le note principali, ben bilanciate in una struttura elegante e complessa.
Pur mantenendo tutte le caratteristiche del precedente, il Soave Superiore DOP rappresenta la massima espressione di qualità e espressione di terroir, con la differenza che, a livello di uvaggio, non è permesso l’uso dello Chardonnay e le rese consentite sono inferiori. Inoltre, viene prodotto in un’area di coltivazione più ristretta, che corrisponde alla somma del Soave Classico e del Soave Colli Scaligeri. Il Soave Superiore DOP non può essere venduti fino ad aprile dell’anno successivo alla vendemmia, e i vini “Riserva” non possono essere venduti fino a novembre, o circa un anno dopo la vendemmia. Rispetto al Soave, il Superiore deve mostrare un colore più dorato, e gli aromi hanno più profondità con note floreali. Il sapore è più pieno e più intenso.